Sinistra libertaria, questa sconosciuta.

 

Di Fernando Giannini

E’ lecito chiedersi quanto il tracollo della sinistra, a cui stiamo assistendo ormai da tempo, sia legato a personaggi discutibili o effimeri che l’ hanno guidata o piuttosto non abbia una radice molto più profonda, che ci riporta ad una storia antica da riconsiderare.
Si è fin troppo sottovalutata nei paesi occidentali la matrice autoritaria che essa ha avuto, sottovalutazione legata ad una diluizione dei principi del marxismo in un “bagno” democratico proprio dei paesi europei del dopoguerra.
Lo stesso Marx definiva il suo socialismo “autoritario”, data la propria tendenza a privilegiare i risultati nel campo della giustizia sociale a tutti i costi, anche senza il rispetto delle libertà civili. Queste ultime potevano, secondo il nostro, essere temporaneamente messe da parte per ottenere gli altri obiettivi. Sul “temporanemente” sappiamo la storia come è poi andata, nei paesi del socialismo reale.
E’ il concetto del fine che giustifica i mezzi, che la dottrina marxista ha fatto proprio all’interno di un pragmatismo d’azione, che ha permesso  l’abolizione dei più basilari diritti umani in quei paesi.
E’ questo uno degli aspetti su cui si fonda l’enorme differenza fra la sinistra autoritaria (marxista) e la sinistra libertaria. Albert Camus, molto vicino agli ambienti anarchici parigini nonchè collaboratore di riviste d’area, aveva trovato il modo di esprimere la contraddizione di fondo dell’autoritarismo marxista: come può un uomo dire di essere trattato con giustizia (quindi sociale, economica) se allo stesso tempo egli è trattato da schiavo, senza alcuna delle libertà fondanti una società giusta.
La storia a quel bivio prese a destra invece che a sinistra, considerando che il socialismo premarxista aveva sempre avuto nel suo dna il rispetto delle libertà. L’ immagine che si dava quest’ultimo era quella di un binario che aveva da una parte l’affermazione della giustizia sociale e dall’altra sempre il rispetto delle libertà civili.

Con Marx la storia purtroppo prese a destra, se consideriamo che quello che ha sempre unito proprio le destre è stato  l’autoritarismo. Potremmo dire che la dottrina marxista mise la cappa a tutto il pensiero di sinistra del tempo, rimanendone fuori solo i movimenti antiautoritari che si raccoglievano in linea di massima all’interno della tradizione anarchica, tutt’altro che omogenea.
La ragione forse più plausibile di questo successo del marxismo nei secoli è quella di fornire una visione organica, molto discutibile, ma che si presentava con un certo fascino. Marx sociologo nella prima parte de Il Capitale guadagnava molti consensi nei lettori. Emozionava e commuoveva leggere le condizioni di lavoro a cui erano sottoposti gli operai, compresi donne e bambini. E questa parte di analisi sociale insieme ai meccanismi economici che stavano alla base della società del tempo veniva riconosciuta nel suo valore anche dallo stesso Bakunin che del Marx era acerrimo avversario politico.
Lo scontro dei due era invece sul fronte dell’autoritarismo, il russo prevedendo il pericolo di una società senza libertà in cui un esercito di burocrati avrebbe “tritato” quel popolo che doveva invece riabilitarsi.
La storia gli ha dato ragione. I paesi occidentali che vivevano questa contraddizione hanno pensato bene di nascondere la stessa. Fecero eccezione  un ramo cospicuo dei laburisti nord europei che ebbero il coraggio di criticare costruttivamente Marx e le sue dottrine.
Dobbiamo invece ricordare il comportamento di Togliatti, braccio destro di Stalin proprio in quegli anni ’30, quando Stalin macellava letteralmente il suo stesso popolo, compresi i capi della rivoluzione d’ottobre. Togliatti quel massacro preferì nasconderlo alla sua base, non accettando mai l’iniziativa di Chruscev di far luce su quello sterminio del popolo russo.
Come veniva fatto presente a Marx dall’ala antiautoritaria del suo tempo, quello che doveva avvenire accadde. La storia si ripete in Cina, nei paesi dell’est europa, nel sud est asiatico, in qualche isola caraibica molto amata.. La Corea del nord ha fatto un percorso analogo, anch’essa guidata da un capo affetto dalla sindrome di Hubris.  Le stime al ribasso parlano di circa 110 milioni di morti  a seguito della presa del potere da parte dei comunisti di matrice marxista.
Gli unici casi della storia dove l’antiautoritarismo (nella forma del comunismo anarchico) semprechè rivoluzionario poteva dimostrare la differenza, tali casi furono soppressi per mano dei comunisti di matrice marxista.
Il primo esempio, e di storia ormai riconosciuta si tratta e non di propaganda, fu quello di Kronstadt, poi quello dell’Ucraina di Mackno, e da ultimo il caso della Catalogna durante la querra di Spagna.
In questi casi il socialismo libertario e l’anarchismo fondavano la propria realizzazione, senza se e senza ma,  sulla condivisione, sulla autogestione e sul rispetto delle libertà del singolo individuo, fermo restando gli aspetti dell’egualitarismo e giustizia sociale.
La soppressione di queste esperienze di libertà, quanto meno di tentativi di ridisegnare una società giusta e libera, avvenne per mano dei comunisti di matrice marxista.
Anche la Catalogna insegna come ciò che minò alla base quell’esperienza durante la rivoluzione spagnola fu la guerra aperta che i comunisti fecero ai libertari, dove persero la vita anche fior di intelletuali, fra cui l’italiano Camillo Berneri.
Ai nostri ben più miseri giorni, per lo meno dal punto di vista delle idee, rimangono i tristi relitti di una sinistra che nella storia tale non è mai stata, e che per la sua incapacità di rivedere con coraggio, quando ancora si era in tempo, la sua radice malata oggi paga il suo completo disseccamento.
Conforta vedere come nel mondo giovanile ci sia stata una certa riscoperta della sinistra libertaria. E’ utile dare sostanza a queste simpatie, perchè non rimangano fatue. Partendo dalla lettura di alcuni “classici” .
Nel gruppo di lettura GL quattro anni fa riproponemmo la lettura di un testo, poco conosciuto ai più, ma denso e ricco di spunti in tal senso: “Socialismo senza Marx” di Francesco Saverio Merlino.
Avevamo già letto di Ward, Camus, Kropotkin, Nicola Chiaromonte e Andrea Caffi. Lo stesso Capitini rientra in questa antica tradizione considerando anche la sua collaborazione con la rivista Volonta’. Leggemmo stralci da “Il potere di tutti”.

 

     

65 pensieri su “Sinistra libertaria, questa sconosciuta.

  1. Francesco Simeone Sorrentino

    Ci sarebbe molto da dire. In breve (ci proviamo) e in “ordine sparso”.
    Suggerirei di ripassare e approfondire il concetto di ubris del mondo greco e quello di peccato del mondo cristiano, magari per scoprire alla luce dell'”occidentalis karma” che “la storia (non) siamo (solo) noi”.
    Visto che siamo in tema di “canzonette”, proporrei, dopo aver riascoltato “cos’è la destra, cos’è la sinistra di Gaber”, di lasciar perdere le vuote, inutili, sterili, equivoche distinzioni tra destra e sinistra, e di focalizzare l’attenzione, semmai, sul binomio liberale-democratico, magari per rilevare che si tratta di due termini fra loro incompatibili, basti pensare a Voltaire e Rousseau, per citare due pensatori laici tanto cari a quelli che considerano l’alba della civiltà la Rivoluzione francese.
    Io, che sono oscurantista e “vecchio” (ma forse anche un pò antico), sono convinto che nelle polverose dispute dei dotti monaci medievali, quando si disquisiva non solo sul sesso degli angeli (auguri a chi oggi festeggia l’onomastico), ma anche sulla sinderesi e sulla legge, sia già stato detto molte “sulle magnifiche sorti e progressive” degli umani, con una precisione e profondità di pensiero, e coerenza e compiutezza di dottrina, che non sarà facile ritrovare nei filosofi moderni e contemporanei.
    P.S. Mi scuso per le troppo virgolette, ma mi servivano per allegerire il discorso, consapevole che i “venticinque lettori” del blog meritano ben altre citazioni di quelle fin troppo facili che mi sono permesso di presentare; la sola che apparirà problematica sarà “vecchio”: è anche l’unica sicuramente vera, perchè è di mia moglie.

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  2. Giandomenico Fabbri

    Sono pressoché d’ accordo. Ottimo e originale articolo che poche volte, quasi mai, si ha l’ occasione di leggere. Ma non dobbiamo dimenticare, se vogliamo completare questo interessante e gradito argomento, persone comuniste libertarie quali Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer. Gramsci oltre ai “quaderni dal carcere” scriveva lettere a Togliatti( compagni universitari alla facolta’ di legge di Torino), allora braccio dx di Stalin, disapprovando le atrocita’ del dittatore e di conseguenza la sua estrema vicinanza al carnefice. Gramsci muore in carcere per le sue idee di EGEMONIA intellettuale e morale, contro il concetto di DOMINIO come esercizio della forza repressiva. Togliatti fine guerra torna in Italia acclamato dalle forze di sinistra. Berlinguer futurista( a mio parere, un po’ un FT Marinetti dei primi del 900 e sempre sottovalutato) e pragmatico, per il distacco dalla Russia, il compromesso storico e la questione morale in relazione alla gestione del POTERE POLITICO. Ci sarebbe tanto da scrivere. L’ argomento sollevato è importante cosi come lo sono i tuoi riferimenti culturali a proposito di pensatori da te nominati.

    Giandomenico Fabbri

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  3. marco russo

    Avrei qualcosa da dire a Giandomenico a proposito di Gramsci e Berlinguer. Difficile considerarli libertari se con questo termine si intende un area politica ben definita. Posso essere d ‘accordo invece se si vuole pensarli “resistenti” ai diktat dell’Unione Sovietica e scettici verso un sistema di controllo assoluto, da parte di questa, dei partiti comunisti dei vari paesi. Nei relativi periodi di tempo delle personalità citate.
    Marco Russo

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  4. luigi

    C’era un vecchio anarchico della mia zona, in Capitanata (zona di numerosi anarchici, il famoso Nicola Sacco che, con Vanzetti fu assassinato negli USA, era anche lui di qui), che aveva fatto la guerra di Spagna e perciò aveva conosciuto bene i comunisti e le efferatezze da questi compiute contro gli anarchici in quei terribili giorni di Barcellona. Questo vecchietto buono come il pane e generosissimo anche se poverissimo, che aveva dato tutta la sua vita per gli ideali di libertà ed eguaglianza, usava fare un gioco, se così si può chiamare, la sera in piazza con noi giovani che lo andavamo a trovare. Chiedeva a questi di ricreare la storia e raccontarla con l’ ipotesi che Marx non fosse mai nato. Era un gioco, nient’ altro. Ma una sera un nostro amico e coetaneo partì in un racconto che durò, se ricordo, quasi un’ora. In questa fantasia non ci sarebbe stata la rivoluzione Russa e quindi la grande paura dei possidenti del tempo, che in Italia foraggiarono il fascismo. Ma senza fascismo Hitler non avrebbe avuto il suo maestro e quindi il nazismo sarebbe stato debole e controllabile e lo scontento tedesco dopo la prima guerra mondiale avrebbe preso la strada dei partiti socialisti non marxisti e delle formazioni anarchiche gia forti. Il popolo avrebbe agito con rivolte e non con rivoluzioni (ah..l’indimenticato Camus). Le rivolte avrebbero fatto ottenere, attraverso mediazioni politiche , un miglioramento graduale delle condizioni di lavoro. Passo dopo passo le società miglioravano e ci risparmiavamo i milioni di morti. Erano gli anni che era uscito Arcipelago Gulag e lo avevamo letto. Poi Khrushev, come ha ricordato Fernando aveva già detto. Era solo un gioco ma mi ha fatto sempre pensare.
    Un abbraccio a tutti e grazie per trattare questo argomento.

    Luigi

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  5. Giovanni leo

    Vorrei rispondere a Luigi. Difficile non riconoscere a Marx la sua analisi sociologica ed economica com’è riportato nell’ articolo. Il problema sorge quando Marx in una sorta di delirio di onnipotenza pensa di possedere il disegno assoluto per una società perfetta. Questo atteggiamento è la vera causa della debolezza del suo pensiero. Ho un passato di studi filosofici e Marx tutto è sembrato fuorché un filosofo. La sua pretesa di pensiero scientifico mi conferma quanto penso.

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  6. Giovanni leo

    Credo sia bene trattare questi argomenti perché nella disperante assenza di idee si cerca di riprendere dal passato. C è quindi una rivalutazione di Marx che si basa solo su pezzi del suo pensiero quando ad un’ analisi completa il castello appare di carta. Per non parlare del suo autoritarismo e delle conseguenze relative come riportato nell’articolo.

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  7. Giovanni Leo Autore articolo

    Mi ha interessato l’argomento trattato anche se il mio punto di vista è da cattolico. Mi piacerebbe sapere di più riguardo ai gradi di libertà accettabili. Cioè nel libertarismo fino a che punto si può spingere la libertà individuale. Ho seguito molto il pensiero di don Andrea Gallo sacerdote genovese attraverso i suoi scritti. Egli si autodefiniva addirittura anarchico ma era facile ravvisare il fondo evangelico della sua critica al potere. Invece al mio dubbio stento ancora a trovare risposte. Saluti Giovanni

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  8. Max

    Ciao. Mi interessa l’ argomento . Cerco di saperne di più ma non è facile . I testi delle case editrici della sinistra sono i soliti. Ho scoperto finalmente Eleuthera che pubblica testi interessanti in questo senso. Sarebbe bello comprarli e farli girare così si eviterebbero grosse spese. Mi sto organizzando qui a milano.

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  9. Marco esposito

    NON TOCCATE IL GRANDE CARLO MARX. È SOLO PER LUI SE LE MASSE HANNO CONQUISTATO IL POTERE IN RUSSIA CINA E IN TUTTI GLI ALTRI PAESI COMUNISTI. STATE ALLA LARGA DAL PIU GRANDE PROFETA DELLA STORIA. MARCO ESPOSITO

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  10. Marco esposito

    IL VOSTRO È SOLO REVISIONISMO BORGHESE. I RIBELLI DI KRONSTADT , MAKHNO IN UCRAINA E GLI ANARCHICI CATALANI ERANO CONTRORIVOLUZIONARI. PER QUESTO SONO STATI ELIMINATI. IL POTERE SI CONQuISTA CON IL SANGUE. IL NEMICO È NELLE TUE FILA E LO DEVI ESTIRPARE COME DICEVA IL GRANDE LENIN.

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  11. Dimitris

    Che senso ha la libertà se poi si vive in miseria. Prima di tutto è non morire di fame. La libertà viene dopo. Questo è il pensiero di fondo di marx. Quello che hanno fatto i regimi comunisti è in linea con questo. 100 o 150 milioni di morti causati dai comunismi sono il costo inevitabile per cambiare le cose. Il socialismo premarxista era rispettoso delle libertà individuali , è vero. Ma chi ha fatto i fatti sono stati i marxisti.

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  12. Fernando giannini

    Le ultime repliche al mio articolo sulla sinistra libertaria si commentano da sole. Invece interessante è il concetto di liberta e fin dove questa si possa spingere come chiede Giovanni. È per me uno dei punti deboli del pensiero antiautoritario. Potrà essere oggetto di approfondimento in futuro su questo blog. Ciao fernando

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  13. fernando giannini

    Il solito concetto più volte ripetuto al riguardo è che la libertà dell’uno finisce quando inizia la libertà dell’altro, che tradotto in termini popolani diventa “fa quel che vuoi ma non dar fastidio”.
    Come tutti gli slogan, compresi quelli dei marxisti che sono intervenuti in questo gruppo, servono solo ad illuderci di capire.
    Il problema lo vedo molto più complesso. Non foss’altro per la difficoltà a stabilire cos’è la libertà individuale.
    Se essa sembra chiara in situazioni storiche ben definite, pensiamo alla Resistenza o alla condizione femminile nei paesi mussulmani la libertà è cosa chiara, addirittura luminosa.
    In questi casi estremi nessuno può aver dubbi.
    Anche un forte svantaggio economico facilmente può essere collegato ad una mancanza di libertà nello scegliere le proprie opportunità. E quindi una giusta distribuzione delle risorse è una strada molto chiara da percorrere in tal senso.
    I problemi insorgono nelle zone grigie, in quelle società cioè dove le condizioni basali di libertà sono state in qualche modo raggiunte. Emergono infatti altri aspetti che complicano la questione, perchè se la libertà individuale è sacra quanto è veramente libero il soggetto nelle sue scelte?
    Cioè quanto ognuno di noi scegliendo per esempio comportamenti a rischio della sua vita (e solo della propria vita) stia realizzando una scelta in libertà o piuttosto non sia schiavo di un vissuto esperienzale che semmai affonda le radici nella sua infanzia? Con ferite ancora aperte.
    L’abuso di sostanze psicoattive (droghe e correlati) sarebbe l’esempio che viene in mente per primo a noi tutti.
    In questo ambito la psicoanalisi ha creato una finestra su un mondo prima sconosciuto.
    Un altra causa di complicazione del concetto è secondo me quella legata al livello di percezione esistenziale dell’individuo. In sintesi c’è chi si sente libero solo se completamente a briglia sciolta, senza nessuno che lo controlli o lo contraddica. Ma c’è anche chi assapora un forte senso di libertà solo all’interno di un microsistema sociale di protezione. Il primo dei due fuggirebbe da tale sistema, dove il secondo non solo si sente bene ma ci gode anche. E la felicità è forse il maggior indicatore di libertà realizzata. O no?

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  14. fernando giannini

    A questo proposito un amico tempo fa mi diceva che l’ unico articolo da cambiare della nostra Costituzione sarebbe il primo, perchè non si può pensare di fondare una società sul lavoro. Possiamo capire la necessità dei padri costituenti di individuare il primo passaggio, in senso pragmatico, verso le strade della libertà. Cioè l’indipendenza economica della persona.
    L’amico diceva che proprio perchè la Costituzione dovrebbe volare alta, specie nell’articolo di apertura, doveva parlare di felicità.
    E questo per ricollegarci a quanto detto prima.
    Cioè felicità come cartina di tornasole della libertà. Una libertà non oggettivabile, ma relativa. Un concetto di libertà che si arricchisce della lezione esistenzialista, una delle poche eredità che possiamo salvare del nostro novecento.
    In questo senso è difficile pensare al pensiero antiautoritario o libertario o anarchico qualsivoglia (non sempre termini sovrapponibili) in chiave ottocentesca. La metamorfosi da pensiero rivoluzionario ad un approccio di tipo gradualista è credo inevitabile, se non si vuol perdere la linea di una tradizione antichissima (William Godwin era del 700) in cui rispetto dell’individualità ed egualitarismo marciavano in armonia reciproca.
    fernando

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  15. giovanni leo

    Ti ringrazio. Adesso mi è molto più chiara la questione.
    Mi sembra che per quanto riguarda la felicità la costituzione americana possa insegnare…

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  16. fernando giannini

    Vorrei precisare meglio questo ultimo passaggio che potrebbe sembrare poco chiaro. Come ci ha ricordato nel suo intervento Luigi la lezione a riguardo di Albert Camus nel suo “L’uomo in rivolta” (ed Einaudi) ha il merito di essere stata prima ed illuminante.
    Camus ebbe la capacità ma anche il coraggio, in anni in cui non essere rivoluzionari ed essere di sinistra appariva un controsenso, di affrontare la questione.
    Da buon filosofo affrontò la materia alla radice, individuando quale fosse il nesso fra le rivoluzioni e gli autoritarismi, nesso che la storia dalla rivoluzione francese in sù aveva documentato.
    Le rivoluzioni avrebbero avuto insita la logica del potere, con conseguenti sbocchi sociali di tipo autoritario o coercitivo.
    Con Bakunin, che più che rivoluzionario era un rivoltoso, le cose cambiarono perchè alla base non c ‘era più la conquista del potere ma la distruzione dello stesso. E la conseguenza di ciò era la frammentazione dello stesso.
    L’autogestione delle fabbriche o delle comunità rurali (in queste ultime l’autogestione era patrimonio millenario) era una conseguenza di questa linea di pensiero volta al rifiuto di qualsiasi potere centralizzante.
    L’aggiunta di Camus a questo discorso è quella di riconoscere il valore della rivolta, che anche sembrando disordinata, non programmata, spontanea, emotiva è immune dalla vocazione concentrazionaria del potere.
    In una società complessa come l’odierna la rivolta rimane una naturale espressione di stati d’animo individuali o collettivi. E sarà sempre chiaro dove sta il potere e che mezzi usa per sedare. In questo senso c’è chiarezza e coerenza.
    Il valore della testimonianza, che è un concetto fattosi forte con il cristianesimo delle origini, non è materia da trattare con sufficienza.
    E’ quello che rimane del proprio essere e delle proprie azioni, al di là delle vittorie conseguite.
    E’ la mattonata che permette di camminare a chi seguirà.
    Chiaramente tutto questo ha una logica controrivoluzionaria. E per me quest’ultima è una bella parola…
    Concludo dicendo che il gradualismo cui avevo accennato nel precedente intervento, può rappresentare la pratica politica di elezione.
    Il concetto è semplice: in una società complessa e variegata, con un potere sempre più concentrazionario e capace di controllare anche il tuo respiro può essere più proficuo lavorare ai fianchi il sistema puntando ad inserire elementi di libertarismo dovunque sia possibile.
    L’innesto di forme di autogestione, la critica radicale al potere con la consapevolezza che esso rappresenta il tuo primo avversario, la testimonianza di modelli altri di vivere lavorare stare insieme etc, la partecipazione attiva attraverso la formazione di piccoli gruppi che attraverso la disomogenità arricchiscano il modello asfittico dominante. Essere in tanti e diversi è l’eredità dei nostri anni settanta, quando avevano diritto di esistere politicamente anche i singoli, vi ricordate i “cani sciolti”?
    Mbeh.. ditemi quel che volete ma per me tutto questo e altro ancora è il gradualismo.
    Spero di essere stato più chiaro. Scusate la lunghezza che il web-pensiero vorrebbe ma non sono riuscito a farla corta. Ciao fernando

    Rispondi
  17. max

    Dopo quello che hai detto mi sembra che le cose si siano sistemate al loro giusto posto. Userò quanto hai detto, spero proficuamente. Max
    PS che mi consigli come testo base del libertarismo?

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  18. Fernando giannini

    Grazie. Secondo me uno dei punti di partenza migliori è “il mutuo appoggio” di kropotkin. Purtroppo l edizione che si trova più frequentemente è quella con una prefazione discutibile ed una postfazione peggiore. Kropotkin si rivolterebbe nella tomba se potesse leggerle, a proposito di rivolte… Comunque è un testo che anfrebbe letto fin dalle scuole medie per quanto sia chiaro costruttivo e fondante un etica di solidarietà. È fatto sulla base di esempi naturalistici, storici e antropologici. Kropotkin era riconosciuto in Francia come accademico delle scienze .

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  19. admin Autore articolo

    Sono oramai diversi lustri che non mi cimento in dibattiti culturali politici,ma questo blog dell’amico e collega Fernando mi stimola a condividere alcune personali riflessioni senza la pretesa di approfondimenti e dotte citazioni storico letterarie di cui sono di certo digiuno, ma da modesto credente non praticante quale sono e militante di sinistra quale sono stato, penso che Dio e’ vivo mentre Marx e’ morto; battuta a parte, basti pensare a come vivevano le prime comunita di cristiani nella nascente Chiesa non ancora Stato come si evince dagli Atti degli Apostoli nel Nuovo Testamento oppure alle comunita’ contadine dei primi Kibbutz dei Sionisti Ebraici nel neonato Israele ovvero nella condivisione dei beni e nel rispetto delle liberta’ individuali in una societa’ a governo autonomo; ed infine perche’ la religione dovrebbe essere l’oppio dei popoli se pensiamo che proprio dopo la rivoluzione Bolscevica fu ripristinato il Patriarca della Chiesa Ortodossa di tutte le Russie dopo 30 aa. di vacanza e quasi in coincidenza del Concilio Vaticano II.

    Vito Nigro

    Rispondi
  20. Giovanni leo

    Vorrei poi sapere da vito nigro qualche testo dove approfondire quegli aspetti delle prime comunità cristiane. Grazie

    Rispondi
    1. Vito Nigro

      Unico riferimento che ho sono gli atti degli apostoli nel nuovo testamento della bibbia per le prome comunita cristiane,mentre per le comunita ebraiche dri kibbutz gli scritti vsti di Amos Oz.

      Rispondi
    2. Vito Nigro

      Unico riferimento che ho sono gli atti degli apostoli nel nuovo testamento della bibbia per le prime comunita cristiane,mentre per le comunita ebraiche dei kibbutz gli scritti vari di Amos Oz. ,uno fra tanti “Una storia di amore e di liberta” ed.Feltrinelli

      Rispondi
  21. Dimitru

    Mi immagginavo che la finivate sul “blasfemo”.. la scelta dell’ urss con la chiesa ortodossa fu decisione politica di apertura. Ma molto relativa. E dopo svariati decenni dalla rivoluzione d ottobre. Fu anche un modo di controllare un mondo sommerso che praticava la fede clandestinamente.

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  22. Giovanni leo

    Il primo dei miei due commenti appena fatti era una domanda a fernando. Cioe qualche libro che analizzi la visione libertaria alla luce della cultura cristiana. I libri di don gallo sono belli ma non analitici. Grazie

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  23. Max

    Ho appena finito la lettura di un libro fra quelli del vostro repertorio. È di colin ward , Anarchia come organizzazione. Molto convincente, moderato. Fa comprendere con esempi pratici come nella storia i priblemi seri la gente se li è risolti senza l aiuto delle istituzioni. Queste semmai hanno i problemii li hanno creati. A chi non lo ha ancora letto lo consiglio vivamente. Max

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  24. Fernando giannini

    Rispondo a giovanni. Per me il testo in questo caso più utile è Anarchia e cristianesimo di Jacques ellul, teologo protestante, molto amico di ivan illich. Ciao Ah.. edizioni Eleuthera

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  25. Mara

    Sono felicissima che parliate così. È un argomento che la cosiddetta sinistra aborrisce. Non riusciamo a credere più a niente perché siamo portati a volare basso. Da buoni consumatori compriamo mastichiamo defechiamo. È ormai la nostra vita. Siamo già morti. Ma a tutto c’è un limite. Misuriamo con difficoltà la nostra esistenza se non nello specchio dello spettacolo. Specchiarsi come speculum, speculare. Quello che lasciamo di noi è l intransigenza dello specchio. Garanzia per necessità dello scarso garbo con cui esistiamo. L’ articolo sulla sinistra libertaria mostra come si potrebbe andar sulla terra con passo fermo e leggero. Si potrebbe ma non si può. Vorrei citare jaques ellul che poco fa è stato consigliato per anarchia e cristianesimo (libro stupendo fra l altro ). Ellul con illich si inventarono diverse decadi fa la decrescita felice. Oggi è stata riscoperta. Vorrei indicare un libro di un bravissimo scrittore sardo Atzeni. Si chiama passavan sulla terra leggeri. Ebbene oggi finalmente possiamo fare questo sacrilegio e dire, in questo consesso di persone libere, che l ideologia marxista ci andava giu pesante. Ho avuto studi in scienze politiche e vivo in una città sempre (quasi) di sinistra come perugia. Ho 36 anni e quindi abbastanza cresciuta per pensare con la testa. Invito chiunque viva le critiche a marx come un infamia di rileggerlo più criticamente. Qualcosa di buono l ha scritto ma il resto era meglio che non l avesse mai pensato. Oggi staremmo tutti meglio. Compresi gli operai. Che ce ne sono, ce ne sono. Tranquilli. Ma sono tutti extra e sottopagati. Con la benedizione del grande profeta…

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  26. Mara

    Un’ aggiunta. Ho visto che fra i libri letti nel vostro gruppo di lettura c’è un Herzen di mia giovanile conoscenza. È la prima volta che incontro qualcuno che lo ha letto. È il più gigantesco di tutti gli intellettuali dell 800. Non sopportava marx (era vicendevole) ma herzen aveva colto nel segno. Rileggerlo è come sentir parlare di noi. mara

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  27. Mara

    Vorrei rispondere a sorrentino, la prima delle repliche. Difficile un dialogo se si danno per certi alcuni punti divisivi. È chiaro che se sei credente ma non metti da parte la tua fede non puoi comprendere l altro diverso da te. È il problema dei problemi. Parlare con un religioso o sei come lui e quindi che parli a fare oppure sei diverso e quindi che parli a fare. L articolo di giannini non vuole credo parlare di dio o di chi ha visioni sul genere. È tutto molto semplice . Si tratta di piccoli uomini e piccole donne che non vogliono farsi turlupinare dal modello autoritario del marxismo. Se vogliamo mettere il credo religioso dovunque facciamolo ma è un’altra storia. Io sono induista perché figlia di un’ indiana di calcutta (e di un italiano) e potevo aver aperto la mia replica con brani della Gita. È chiaro gioco fuori casa. Per voi è più facile ma non si parlava del potere e criticamente?

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  28. Sara jane

    Sto seguendo da giorni questo interessante argomento. In italia non so se c è ma in england ci sono circoli di reading del capitale di marx. Perché si è scoperto che chi lo difende non ha mai letto . Spero che in italia esserci persone serie come io ricordare. Before speaking is the knowing. Ciao sara jane

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  29. Sara jane

    È vero quelo che dice articolo a proposito di labour party. C è sempre stata una area molto critic con marx. Perciò non siamo stati mai vicini a unione sovietica. For this reason we are ancora viventi.?

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  30. Vito Nigro

    Partecipare a questo blog diventa per me sempre piu istruttivo; e’ un dialogo aperto tra opinioni differenti,interessanti tutte, su di un tema come quello della rivoluzione russa, di cui tra l’altro proprio in questi giorni ne ricorre il centenario;che continua a dividere le opioni pubbliche a tutt’oggi. Una partenza da parte dei fondatori di “Pensieri e Parole” intenzionale? , come dire commemorativa, di un evento storico di cui lo stesso Cremlino non se ne e’ fatto tanto carico; o non piuttosto occasionale coincidenza storica, essendo l’articolo di Fernando su ” sinistra libertaria ” tutto fuorche’ “celebrativo “.Saluti.

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  31. Fernando giannini

    Se fosse stato l anniversario della rivoluzione russa del 1905 si. Quella invece del 1917 è assolutamente occasionale. Nacque come rivoluzione ma lenin la trasformò in un golpe bolscevico. Assassinando tutte le altre forze rivoluzionarie. Dai menscevichi agli anarchici. Quella del 1905 fu invece espressione corale di tutte le forze politiche.

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  32. Fernando giannini

    Per Mara che conosce e sa apprezzare Herzen. È un brano tratto dal suo libro “breve storia dei russi”. Parla dei russi ma troveremo molte assonanze col nostro popolo. E non le peggiori. Ciao fernando
    “I tedeschi delle province baltiche, figli di una vecchia civiltà, si sono da secoli staccati dalla grande corrente storica; hanno uno stampo definitivo: sono rimasti quel che erano, hanno messo ordine, misura e regola nei loro pensieri e nei loro affari. E’ chiaro che debbano aborrire l’indefinito, lo smisurato e l’arbitrario, che vige non solo nelle leggi ma anche nei costumi dei russi.
    Noi russi certo non siamo giunti ad una stabilità; noi la cerchiamo, aspiriamo ad un ordine sociale più conforme alla nostra natura e restiamo nello stato provvisorio dell’arbitrio, che detestiamo e tuttavia accettiamo da cui vorremmo liberarci e che soffriamo nostro malgrado.
    Essi invece sono i veri conservatori: hanno perduto molto, e temono di perdere il rimanente.
    Noi russi per contro abbiamo tutto da guadagnare. Obbediamo per costrizione. Vediamo unicamente proibizioni e ceppi nelle nostre leggi e li strapperemo non appena potremo farlo ed oseremo farlo. In questo senso non conosciamo scrupoli… Essi hanno una morale solida noi solo un istinto morale Sopra noi costroro hanno il vantaggio delle regole elaborate, noi la superiorità della forza bruta e d’una certa elasticità delle nostre speranze. Dove essi vengono limitati dalla loro coscienza noi abbiamo l’ostacolo del gendarme; cediamo perchè la nostra aritmetica è debole; la loro debolezza è algebrica, sta nella formula stessa…Ai loro occhi un uomo che consuma più della metà delle sue rendite, passa per prodigo e dissipatore; da noi uno che si contenta di consumare le sue entrate è un mostro di avarizia”. A. Herzen

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  33. Mara

    Grazie Fernando. Herzen è proprio un esperienza totale e che non passa mai. Appartiene a un secolo e mezzo fa ma non te ne accorgi. Bisogna riprenderlo. Il più sconosciuto è stato anche il più grande.

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  34. Mara

    Grazie per l’ invito al gruppo di lettura ma ormai vivo a Milano. Certo che mi piacerebbe tornare a Perugia. Siete così vivaci. E poi conoscete personaggi straordinari che nessuno conosce. Ho visto le letture che avete fatto in questi anni. Avete raccolto il top degli autori boicottati dalla sinistra storia. Manca solo Orwell. Qui a Milano tutto dorme. Esistono solo i dane’. Si consuma molto. Specie coca. Perche si rigirano nella propria noia mortale . Ho provato a mettere su un gruppo che approfondisse tematiche attuali ma nisba. Anche il blog completo fallimento. Voi a Perugia mi fate sognare. Il vostro sembra un impegno di resistenza alla blasfemia di questo esistere vuoto.

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  35. Max

    Volevo consigliare un libro da poco uscito e stampato proprio nella vostra regione dall istituto di storia contemporanea di foligno. Si chiama la rivoluzione dietro l angolo ed è di michele presutto. Tratta della partecipazione italiana alla rivoluzione messicana. Mi è stato consigliato da chi conosce l autore come studioso molto serio. Saluti

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  36. Giovanni leo

    La parte che mi mette piu dubbi della sinistra libertaria è quella che nella storia ha usato l arma della violenza. Penso in particolar modo ad un ramo cospicuo dell anarchismo storico. Ancora oggi frange anarchiche giovanili ne fanno un molto discutibile uso. Io come credente e non solo abborrisco la violenza. So anche di forme di anarchismo non violento a partire da quelli tolstoiano a gandiano. Il loro modello di società era chiaramente basato su autogestione delle piccole comunità e lo stato era in quella fede solo causa di ingiustizie sopraffazione e guerre. Avrei pero bisogno di qualche conferma o chiarimento.

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  37. Fernando giannini

    Il nostri riferimenti sono chiaramente le forme di libertarismo non violento. Non potrebbe essere altrimenti in un blog con sulla copertina Aldo Capitini. A questo riguardo raccomando per chi già non lo avesse letto un testo molto interessante su Capitini di Rocco Altieri docente all università di Pisa. Il nome del testo è La rivoluzione non violenta. Analizza la vicinanza del pensiero e dell azione politica di Capitini all anarchismo non violento.

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  38. Mauro

    Sono vecchio ormai. Ho fatto l’ operaio della fiat negli anni 60 e sono cresciuto alla scuola delll sindacato e poi del PCI. Oggi pago amaramente questa mia fede. Con la caduta dell’ URSS abbiamo scoperto le nefandezze di quel sistema ma ancor peggio l abominevole politica di Togliatti, che non aveva mai preso le distanze dallo stalinismo ma anzi come si dice nell articolo aveva criticato Chruscev quando questo aveva parlato del le stragi volute da Stalin. Nell’ articolo si parla di laburisti. Credo anch’io che se oggi avessimo avuto un atteggiamento critico come questi saremmo ancora forti a sinistra. Non ci sarebbe stato il rifiuto come è avvenuto per il comunismo. Alla Bolognina ricordo Occhetto che cambiò il nome del partito. Scoprimmo qualche giorno dopo che lo fece per allontanarci il più posdibile dalla storia vergognosa dei paesi del socialismo reale. Ma perché non fu fatto prima? Lo spettro di togliatti aleggiava ancora. Non si poteva fare. E oggi siamo solo dei fantasmi. Ero alla presentazione del libro di Giorgio Bocca “Togliatti” a Genova. Non volevano farlo parlare. Volevano addirittura proibire la presentazione. Quello che scoprimmo poi era molto molto peggio di quello detto da Bocca. Essere stato il braccio destro di Stalin proprio in quegli anni 30 quando il dittatore eliminava tutti i maggiori politici e capi della rivoluzione russa. Oggi ci meritiamo Renzi perché noi non siamo. I 5 stelle fanno argine ai neofascisti in qualche modo. Mia figlia vive in Norvegia. I suoi figli già dall età di 14 anni facevano i campi estivi dei laburisti. Nessuno si sognerebbe in quei paesi di dire che il laburismo è morto. Saluti

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    1. fausto

      ….ma esiste la storia? ho provato a leggere ma dopo un po’ mi annoiavo per quella mancanza di allenamento al passato……ho 20 anni e la mia storia è karin, Freddy, Billy e altri profeti che vengono dalla silicon valley da Pechino da Francoforte e sono poco più grandi di me. Eppure ancora viviamo di ideologie pensieristiche magari cosi care hai nostri ricordi esistenziali. Forse è per questo che ancora vediamo candidati persone come Berlusconi D’alema La Russa figli di quell’opportunismo da storia ideologica. Il pianeta scoppia? Ci pensano i cinesi la terra è inquinata? ci pensano gli americani L’africa ha fame? ci pensano gli……europei cinesi americani indiani brasiliani messicani africani australiani ecc. ecc.
      ma senza il passato non si può avere riferimenti …………ma io non ho passato quando avrò la vostra età mi sarò costruito l’esperienza necessaria per parlare di Karin di Freddy di Billy…..intanto però qualche cosa bisogna fare e l’unica speranza è una sana rivoluzione robotica…….che bella la parola rivoluzione da speranza ad ogni cosa in qualunque tempo modo ambiente……..

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  39. Sara jane

    Scusate ma perché non aprite un dibattito per elezioni in italy mi sembra a marzo. Sono interessata a 5 stelle. Cosa pensate? O non è il posto giusto per questo? Sorry sara

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  40. Carmela

    Vi seguo da alcuni giorni perche luigi mi ha passato il link. Secondo me sbagliereste a scrivere sulle scelte elettorali. Ho deciso di intervenire proprio perché ho avvertito una forte preoccupazione per questoblog che reputo veramente bello ed originale. Voglio dire che il dibattito deve tenersi su un livello alto non certo scendere nelle meschinerie partitiche da cui la nostra politica è soverchiata. carmela reggio calabria

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  41. Carmela

    Voglio spiegarmi meglio. Quando ho visto nel vostro gruppo di lettura il livello degli autori che avete trattato tutti grossi crani per quanto tenuti dolosamente da parte della cultura dominante della sinistra asfittica italiana degli ultimi 50 anni mi sono resa conto di avere a che fare con un gruppo di persone veramente speciali. I miei studi sono di filosofia ed economia politica a bologna anche se oggi faccio altro. Perciò sono molto sensibile a certi temi. Tirar fuori autori come merlino ward kropotkin herzen capitini altieri joycelussu camus dei saggi ed anche l ultimo leogrande purtroppo da poco scomparso e tanti altri che ho visto sul vostro elenco vuol dire che andate alti. Perciò tenetevi così . Le bassezze di una politica zozza fino al midollo dove la prassi è ormai solo quella della realizzazione personale in una sorta di eros composito di narciso e denaro lasciatele al piattume televisivo. Non abbiamo bisogno di questo ma di quello che avete fatto fino ad ora. Scusate la verve ma ci tenevo. Carmela

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  42. Dimitris

    Penso che la politica può essere ancora salvata da un impegno di serietà. La sinistra c è ed è fra coloro che vivono la vita di ogni giorno. Non siamo sconfitti ma sono le forme nuove che vanno cercate. Che non sono quelle di grasso o dei 5 stelle.

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  43. Fernando

    Anche secondo me bisogna mantenersi distaccati dal pollaio elettoralistico. Stiamo cercando di ragionare insieme sul perché si sia estinta la sinistra nel nostro paese. Non riusciremo a trovare le cause certe ma sarebbe comunque un esercizio utile a comprendere alcuni grandi errori del passato. Il punto di partenza che ho proposto con l articolo è stato individuarne una delle cause nella divergenza storica fra le due sinistre prese in considerazione. Chi ha altre chiavi le proponga. Saluti fernando

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  44. fausto

    magari ci si potesse allontanare dal tempo elettorale e vivere le propie vibrazioni……ma poi c’è la spesa da fare le bollette da pagare ..la corsa del vivere …..non è la stessa cosa farla con un governo o con un altro
    ….tutti quelli citati nelle letture avevano posizioni politiche…a volte precise a volte confuse ma sempre presenti nei loro scritti…il momento storico è quello del cambiamento economico cioè una riduzione di tutto quel surplus inquinante che imperversa e senza voler fare distinzioni mi limito ai fatti: restituzione dei troppi soldi …abolizione di privilegi…trasparenza totale…partecipazione attiva tramite portavoci…
    La burocrazia nasce per controbattere il potere economico del potente di turno ma da troppo tempo il potere la usa per accrescere il proprio potentato….si può filosofeggiare ed è bello ma combattere è doveroso naturalmente nelle giuste maniere…

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  45. Mara

    No caro Fausto. Mi piacciono i tuoi scritti vagabondi ma su questo non condivido perché quello che ci manca è proprio la conoscenza e questa la si può fare solo con la dedizione e lo scambio di idee. Ma viene molto prima delle cose elettorali che come sempre lasciano tutto come trovano o per dirla con tomasi di lampedusa tutto cambiano per non cambiar niente. Non so di che partito sei e quanti anni hai. Se sei molto giovane ti posso comprendere nella tua ingenua speranza. È giusto per l età ma noi abbiamo visto le più grandi speranze di cambiamento trasformarsi nelle peggiori forme di restaurazione o quando andava bene in camaleontismi politici . Bisogna andare avanti ma nella conoscenza dei fatti e delle catagorie da questi emergenti. Fidati se no quando cresci ti ritrovi con le ossa rotte. Chi ha creduto veramente e non per moda te lo potrà raccontare.

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  46. Sara jane

    Come avevo scritto prima vorei sapere qualcosa sui 5 stelle. Credo può cambiare molto. Essere pesimisti non aiuta. Loro sembrano molto diversi. In mio paese non abbiamo un partito così.

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  47. Dimitris

    Se vogliamo parlare di politica per me va bene ma chiarisco che per me i 5 stelle sono quanto di più falso e ipocrita ci sia nel nostro panorama politico. Lo dico perche vogliono far credere di essere per forme di democrazia diretta e tutti se la bevono specie i giovani ingenui e coloro che sono ignoranti di politica. Chi è sgamato lo vede a un miglio che hanno un apparato coercitivo centrale che seleziona i voti che vanno nella direzione voluta. Cosi il cittadino crede di aver scelto lui ma niente di più falso. Un amico super informatico quasi acker mi ha spiegato tutto il meccanismo. La cosa terribile che tanti giovani come Fausto non capiscono e ci cascano è l ipocrisia . Vogliono sembrare diversi ma sono molto peggio proprio per la loro falsità. Purtroppo gli sprovveduti non riecono a capire. Ciao Dimi

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  48. Marco

    Mbeh.. dico qualcosa anch io anche se la politica non mi interessa. In lombardia la lega ha lavorato molto bene . Tanti ci hanno creduto perche hanno creato unità fra la gente. C era unità e condivisione fra le persone. Se stavi male ed eri solo ti venivano af aiutare. Molto bello. Tutti fratelli È per questo che sono stati vincenti e lo sono ancora. Anch io ero giovane e li ho votati negli anni 90. Poi ho aperto gli occhi. Secondo me i 5 stelle fanno uguale. Non si capisce perche hanno fatto fuori alcuni dei migliori ciao marco

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  49. Sara jane

    Ho parlato dei 5 stelle perche in mio paese si è parlato molto. Molto bene e molto male. Bbc ha fatto molti servizi. Volevo sapere da italiani.

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  50. massimo

    X Mara e per tutti….
    Se navigate con iphone, causa impaginazione diversa dal pc, dovete andare a pie’ pagina, cioe’ scorrere
    fino alla fine, trovate le varie categorie scritte e cliccare sopra quella che interessa, appariranno
    tutti gli articoli per sezione in ordine cronologico. Cliccando su replica si possono leggere le
    repliche ed anche rispondere………Buona navigazione

    Rispondi
  51. admin Autore articolo

    fausto
    25 gennaio 2018 alle 12:05

    ….che bello sentirsi dare del giovanotto…..per quanto riguarda l’ingenuità credo sia vero ma la preferisco a quella diffidenza pensieristica che sfocia a volte in superbia ( a volte anche mia purtroppo)…..i 5 stelle sono un’accozzaglia di persone che però rimangono i meno peggio in questo panorama politico….Lolli Claudio cantava in una sua canzone che il parlamento non vale niente ma erano altri tempi quando giornali e partiti non prendevano denaro pubblico ( in verità quel periodo è durato poco ) e la burocrazia era fatta soprattutto per contrastare il potere economico del potentato di turno……poi è cambiato il burocrate e con esso privilegi e vantaggi per il potentato ( non so se avete mai letto Alan Ford ..beh..immaginatevi Superciuk al potere) cosi da non scontentare nessuno ( provate a chiedere se Capanna Bertinotti Fini Buttiglione ecc. rinunciano ai loro privilegi9….eppure basta una legge per cambiare ( se no non avrebbe senso il ruolo del politico) …..si presentano 10-15 leggi banali dove in mezzo ve ne è una o due con evidenti conflitti di interessi …chi ce lo comunica …..si spera in qualche portavoce….potrei seguitare su questa falsariga ma non è certo qui dove fare polemiche visto che il sito è fatto di splendide persone dotate di ottimo buonsenso

    Rispondi
  52. admin Autore articolo

    Admin-

    ho ripristinato la pagina politica come prima, siete subito dentro l’articolo Sinistra libertaria,
    questo Admin non e’ aduso a censurare nessuno, volevo solo evidenziare l’articolo
    nuovo su Caffi, ma e’ meglio per ora il sano dibattito su cui siamo impegnati, c’e’ sopra
    una nuova risposta di Fausto, io mi astengo dai commenti politici per evidente incompatibilita’
    di ruolo. Scusate ancora il disguido. Massimo

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  53. admin Autore articolo

    Fernando
    25 gennaio 2018 alle 12:27

    L articolo “sinistra libertaria questa sconosciuta” non è scomparso ma sta da un’altra parte. L idea di mara di mettere in cima i titoli degli articoli e gli autori mi sembra giusta perche fra un po’ sarà complicato trovare, mentre sapendo chi ha scritto il pezzo si clicca su autore e va. A proposito di Fausto condivido il suo impegno nel cercare soluzioni pratiche ai problemi tramite la fede nel parlamentarismo. Ma purtroppo siamo tutti molto sfiduciati e non per colpa nostra. Semmai potremmo aprire con un nuovo articolo sull argomento dove poter dibattere. E lo può fare proprio lui che mi sembra versato per la scrittura. La linea invece che ho scelto con i miei due articoli riguarda un discorso elaborativo che cerca di dare risposte alla fatidica domanda: perche la sinistra nel nostro paese si è estinta? Non analizzo con obiettività perché sono francamente (e orgogliosamente) di parte. Per questo mi aspetto risposte e dibattito sull’ argomento scelto. Ciao fer

    Rispondi
  54. fausto

    …sono un profondo e convinto statalista se lo stato è quello che vorrei….è facile direi cosi e cosi tutti dicono….ma siamo diversi e soprattutto diverse sono le impostazioni di vita…c’è chi ama la cocaina, le amanti, i lussi, il potere e tutte quelle cose che richiedono soldi soldi soldi e soldi cosi nel serraio umano che popola il nostro mondo il materialismo a preso il sopravvento su quella spiritualità troppo spesso tradita dai suoi ambiziosi comandanti. Dunque soli come boia ci incamminiamo nei nostri cammini ricattati da quel denaro che condiziona la nostra vita. Sarebbe bello ganciarsi da ciò ma la vedo altamente difficile ed anche le comunità che ci provano od hanno provato poi si arrendono. Dunque restare e fare quelle cose tecnologiche che futuro può…..fatti non foste a viver….mise Dante in bocca ad Ulisse….premessa un po’ lunga per dire che siamo impotenti difronte alle manovre finanziarie che controllano il mondo. Possiamo partecipare poco…..minimalismo coscienza etica basso profilo ecc. ma non cambia ma quel poco come sciegliere un governo meno peggio si può fare…..giusto sbagliato non so ma almeno vedo meno interessi economici…….perché è fallita la sinistra? non credo che sia fallita è fallita quella ideologia che ne aveva fatto un caposaldo di uguaglianza sociale basata però sul materialismo progressivo.

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  55. Carmela

    Vorrei rispondere al pezzo su andrea caffi. Ho trovato qcs di lui nella rete. È un personaggio quasi sconosciuto ma ha avuto molta stima dai piu grandi intellett italiani del suo tempo. Era un filosofo socialista libertario con una biografia pazzesca. Mi ha colpito la sua capacità dialettica ricca di correlazioni colte. Mi stupisco di non averlo mai studiato all universita al pari di un salvemini o di un bauer.

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  56. giuseppe altosalento

    Questo il mio flusso di pensieri: mi sono ricordato che, liceale, chiesi a don Eulogio che differenza c’è fra fascismo e comunismo, e lui rispose “nessuna, sono entrambe dittature”. Poi mi sono ricordato di quando chiesi a mio padre dell’essere comunista (io) e lui mi rispose con una domanda: “tu credi nella purezza dell’ideologia?” E poi – sempre nel corso della lettura eh, non dopo – mi sono ricordato del famoso s. Agostino “ama e fai quello che vuoi”, e che un giorno qualcuno mi ha fatto capire che non va inteso come due azioni diverse, come ama e fai quello che ti pare, bensì come una sola: fai quello che vuoi ma fallo con amore. E quindi poi che l’amore è Uno solo, dove vai vai. E poi m’agghiu uastatu ti siestu quando sono arrivato al commento della Signora che si è dovuta trasferire a Miano, che è vero, è un ingranaggio fatto città, come tempi moderni. Non che altrove debba essere meglio, ma là è proprio tutto-tutto. E poi, quindi, mi è venuto in mente Keynes. Ed ancora, tra tanti autori citati, alcuni dei quali mi sono segnato, mi sono saltati agli occhi Kropotkin, ed Herzen, lodato, che non conosco, ma che ho visto che c’è un suo libro edito dalle Paoline!

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